Mor Loushy | Daniela Cavini

Un film sulla Guerra dei Sei Giorni del 1967, oppure sui giorni che viviamo oggi? Cosa davvero succede quando si è chiamati a combattere per la sopravvivenza della propira nazione, e ci si ritrova a farlo per qualcosa di completamente diverso?

Mor Loushy è Israeliana. Già a 14 anni voleva fare la regista, oggi ne ha 32, e il suo ultimo lavoro “Censored Voices” – presentato al Sundance 2015, a Berlino 2015 e in anteprima per l’Italia al Middle East Film Festival di Firenze – sta già sollevando un polverone. Il film fa parlare i reduci della Guerra dei Sei Giorni basandosi sulle interviste originali realizzate alla fine della guerra da Amos Oz e Avraham Shapira. Le conversazioni coi soldati nel ’67 diventano un libro, che la censura israeliana riduce del 70%. “Quando questo testo mi è casualmente capitato fra le mani – spiega Mor – ho sentito forte l’esigenza di farlo conoscere, e di andare alla scoperta delle interviste complete, non censurate. Cosi sono arrivata ad Avraham, che per 45 anni aveva conservato le cassette originali delle interviste, negandole a chiunque gliele chiedesse. Alla fine le ha date a me, ci ho lavorato sopra duramente. Spero che il film possa spingere il mio paese ad un dibattito pubblico, a prendere coscienza del dolore degli altri, dei Palestinesi. E a capire che 47 anni di occupazione ci stanno corrompendo l’anima”.

‘Censored Voices’ uscirà in Israele a maggio.