C’è un Vasariano, ma c’è anche un Mediceo. Due corridoi per due architetti: il Vasari buca case e palazzi (e una chiesa), il Parigi attraversa un giardino (e una chiesa); il Vasari impiega cinque mesi a fare un chilometro, il Parigi ce ne mette sei per 125 metri. Eppure entrambi realizzano un passaggio sopraelevato, che salta da una strada all’altra grazie ad una serie di archi. Senza mai posarsi a terra. Ma se il Vasari vuole proteggere i duchi di Firenze da possibili attentati nel tragitto fra casa e lavoro, il Parigi deve permettere ad una fanciulla claudicante di muoversi fra casa, chiesa e convento senza essere vista. In pratica, deve costruire un quartiere “aereo” per celare agli sguardi del mondo le membra di Maria Maddalena dei Medici, principessa imperfetta. Nessuna rivalità fra le due opere: dopo una clausura di oltre 50 anni, il corridoio ‘minore’ è stato appena riaperto. E per festeggiare il suo 400° compleanno, le nicchie ospitano oggi un’eccezionale mostra di gemme antiche.
Maria Maddalena rifiuta il convento- E’ il 1619 e un’idea si fa largo nella mente del granduca Cosimo II per la sorella, bimba “nata malcomposta nelle membra” che fino ai 20 anni è vissuta a Palazzo, ma che ora bisogna sistemare. Di nozze non si può parlare per questa ottava figlia di Ferdinando, nata con gravi problemi fisici e di salute debole. Probabilmente Maria Maddalena si oppone al convento– soluzione certo più semplice e meno dispendiosa per la famiglia regnante. Si decide allora che integri il Monastero della Crocetta di via Laura, ma senza prendere i voti: invece di una cella monacale, avrà una villa nobiliare tutta per sé. Nasce il palazzo della Crocetta, una sorta di prigione di lusso affacciata sull’attuale via della Pergola, dove la principessa malformata potrà “dipartirsi dalle pompe del mondo e diportarsi a suo talento fra i pensieri celesti”: nei fatti, ricevere, pregare, fare musica. Unire terra e cielo per quel poco che ha da vivere.
Un corridoio per portarla in chiesa senza essere vista – I lavori per realizzare il palazzo – oggi sede del Museo Archeologico di Firenze (MAF) – riuniscono vari lotti acquistati a suo tempo da Lorenzo il Magnifico. Al corpo di fabbrica vengono aggiunti due ‘archi’: uno per permettere alla reale vergine di frequentare il convento; un altro per farla raggiungere da suore e cameriere alloggiate sempre in via Laura. Rimane il problema della messa, la chiesa più vicina è la SS. Annunziata: ma come arrivarci? Si pensa ad un corridoio soprelevato che colleghi palazzo della Crocetta al santuario mariano. Non ci sono case da buttar giù o da bucare, la struttura è realizzata attraverso campi e giardini: termina con un altro ‘arco’ – il terzo – che sbuca direttamente in basilica, sul coretto sopra la cappella della Madonna. Il Vasari di turno si chiama Giulio Parigi, a lui il compito di trasportare Maria Maddalena da via della Pergola a via Capponi senza sottoporsi al disagio di scendere in strada. “I Medici amano molto i passaggi rialzati – spiega Mario Iozzo, direttore del MAF – perché li tutelano negli spostamenti. Ma c’è un secondo motivo. Come nel vasariano, anche qui abbiamo trovato calate di tubi in terracotta che si aprivano verso il fondo per origliare: chi stava su, sentiva benissimo quello che la gente diceva sotto, camminando per strada o nel giardino”. Un sistema per tastare il polso all’opinione pubblica, insomma. Il Facebook mediceo. O il Grande Fratello.
L’intero quartiere visitabile dall’alto – In realtà, l’Arcivescovo di Firenze dà a malincuore il permesso per la costruzione del camminamento che perfora le mura della chiesa. Stabilisce infatti che la clausura parta fin dagli appartamenti di Maria Maddalena: solo la principessa e il suo ristretto gruppo di dame potranno utilizzare il corridoio, soffermandosi in preghiera davanti alle stazioni della via Crucis che lo addobbano. Solo loro potranno raggiungere il Santuario, per affacciarsi – non viste – alla grata sopra l’immagine miracolosa di Maria. Non solo. Una volta attraversato il corridoio, la devota Signora e le ancelle potranno anche decidere di svoltare verso lo spedale degli Innocenti, patrimonio sotto la giurisdizione di Maria Maddalena. Insomma, l’intero quartiere risulta percorribile per via aerea. Lontano da sguardi indiscreti.
Le paure del vescovo – Nella sua vita di segregazione, la principessa non è comunque sola. Le fa spesso visita la madre, Cristina di Lorena, insieme alla cognata, Maria Maddalena anche lei, ma d’Austria. Dispensata dal velo, la ‘suora laica’ si dedica alla preghiera, e si intrattiene con musica e teatro, come del resto accadeva in certi monasteri quando ospitavano fanciulle di rango. Negli anni del suo soggiorno forzato, il palazzo diventa sintesi perfetta fra corte e convento. Quando la principessa muore – 13 anni dopo – l’arcivescovo si affretta a far abbattere il passaggio su via Capponi per paura che i Medici possano avanzare pretese sulla chiesa (ci vorrà tutta la diplomazia di Pietro Leopoldo per rimetterlo in piedi). Il corridoio – divenuto Mediceo – resta invece intatto. “Ma non troverà una vera e propria collocazione – continua Iozzo – fino all’arrivo del MAF, nel 1880”.
Oggi nel corridoio la collezione di gemme preziose – A partire da fine ‘800, lo spazio fra la galleria aerea e il giardino sottostante viene terrazzato ed edificato. Le arcate sono chiuse. Con la nuova vita museale arrivano iscrizioni e vasi antichi, poi è la volta della storia degli Etruschi, e le piccole sale costruite sotto il corridoio diventano sede di una prestigiosa sezione topografica. Quando l’alluvione spazza via tutto, per il MAF – già afflitto dalla mancanza di spazi e dalla cronica indifferenza di una città infatuata di Rinascimento – si teme il peggio. Invece una bella ristrutturazione consente di inglobare l’antico camminamento in una costruzione che protegge e valorizza spazi interni ed esterni. Oggi, i 125 metri su cui arrancava Maria Maddalena ospitano la collezione medicea di gemme antiche, inaugurata a dicembre: per la prima volta in cinquant’anni, chiunque può attraversare l’ex sentiero di preghiera fatto museo. Chiunque può cercare in queste mura e nella loro storia, lo spicchio di passato innalzato a serbatoio di futuro.
Lettura interessantissima. Punto di interesse da ricordare per la prossima visita a Firenze
Il Museo Archeologico è davvero da non perdere… Grazie!