PARMA – Dedizione artigiana, qualità. Ricerca. In un mondo di grandi concentrazioni, i piccoli editori restano a galla – o addirittura veleggiano – se giocano la carta della passione. Se aprono al mondo la nicchia che li raccoglie. Se non si ripetono, e continuano a progettare il futuro. Prendiamo le Edizioni Corraini: in dodici mesi hanno vinto tutto, il Bologna Prize 2014 come migliore editore europeo per ragazzi, il Compasso d’Oro ABI per il libro-rivista Inventario, il premio Mercanteinfiera. Dopo quest’ultimo successo, Parma ha deciso di “sfogliare le stanze” di Palazzo Pigorini per raccontare l’avventura artistico-editoriale di un’azienda che vende volumi in tutto il mondo, continuando a seguire la bussola dell’arte piuttosto che quella del business. “Le grosse tirature non ci interessano, magari ristampiamo – spiega Marzia Corraini, fondatrice e anima del gruppo insieme al marito Maurizio – Dopo quarant’anni di attività, continuiamo a distribuire i nostri libri, andiamo direttamente dai librai. Forse perché non veniamo dall’editoria”.
Un viaggio che cambia la vita Per scoprire da dove vengono i Corraini, bisogna calarsi nei primi anni ’70 di una confortevole provincia italiana, quella di Parma. All’Università, Marzia studia pedagogia, Maurizio economia e commercio. L’arte ce l’hanno dentro, un istinto inspiegabile, non certo ereditato dalle famiglie di piccoli industriali ed insegnanti in cui sono cresciuti. Nel tempo libero viaggiano, discutono. Allestiscono uno sperimentale spazio-mostre. Ma la quotidianità non offre grandi modelli a cui ispirarsi. Un giorno saltano sul treno per Basilea: l’incontro con Art Basel – all’epoca la più importante fiera d’arte moderna e contemporanea – segna il momento in cui la passione diventa progetto. Marzia ricorda l’immensa emozione di testimoniare qualcosa di nuovo, il senso di libertà, l’intuizione del possibile: “Tornammo da quel viaggio trasformati. Da allora abbiamo iniziato a inseguire gli artisti, a parlare con chi ne sapeva più di noi. A cercare la qualità in ciò che facevamo”. E’ il 1973: col matrimonio, arriva anche l’apertura di una vera galleria, a Mantova, la città dove i Gonzaga si circondavano di pittori e poeti per inventare la contemporaneità del ‘400. Decisi a rompere con la tradizione espositiva classica, i Corraini immaginano l’arte che si fa ambiente, e realizzano uno spazio aperto a tutti, in cui le idee circolano insieme alle opere esposte, in un continuo divenire, una contaminazione feconda con design e architettura. E’ il tempo dell’incontro con Pistoletto e Mario Ceroli, con Achille Perilli, Piero Dorazio, Enrico Castellani. Ma soprattutto con Bruno Munari, grande artista italiano le cui intuizioni sui bisogni artistici dei bambini ben si fondono con le nascenti aspirazioni editoriali di Maurizio e Marzia.
Le mostre diventano libri. Tutto parte dai cataloghi: supporto importante, ma – soprattutto all’epoca – ripetizione vagamente pedissequa di ciò che si è appena ammirato in mostra. Dopo l’incontro con Munari, le cose cambiano. Decidendo di trasformare i cataloghi in veri e propri libri, progettati dagli artisti come tante piccole opere d’arte, i Corraini scagliano la galleria nel mondo policromo dell’editoria. Nasce l’ ‘officina editoriale’, spazio dove realizzare progetti artistici su misura. Luogo di sperimentazione in cui gli autori progettano il contenuto e la rilegatura dei volumi che li raccontano. Laboratorio in cui i libri sono mostre, e le mostre diventano libri da portar via sotto il braccio, alla fine della visita. Idea geniale, quella dell’arte in tasca, ma non priva di rischi. Siamo alla fine degli anni ‘80, i Corraini si affacciano sul mercato, hanno pochi titoli, si sentono ‘piccoli’. Eppure, proprio coltivando questa doppia anima di galleria d’arte e casa editrice, riescono ad imporre un’identità ben precisa, a crearsi uno spazio riconosciuto. Che rimane vitale grazie alla feconda collaborazione di maestri come Munari, ma anche Giosetta Fioroni (compagna di Goffredo Parise), Enzo Mari, Bob Gill, Federico Maggioni, Steven Guarnaccia e molti altri. Un gruppo di grafici e designers, illustratori e artisti in continua evoluzione, ma governato da una regola che non cambia: mai chiudersi su se stessi, mai diventare ‘chiesa’. Continuare a sperimentare, a privilegiare la qualità, mantenendo la nicchia aperta sul mondo, anzi replicandola nel mondo, nelle scuole, nelle librerie, nelle grandi e piccole fiere.
Arte, spazio di libertà. Dopo 40 anni, la sfida con le (sempre crescenti) concentrazioni editoriali è affrontata con le armi di sempre: ricerca, spazio ai giovani, coraggio di innovare, ma anche di riscoprire progetti eccellenti finiti troppo presto fuori mercato, come quelli dello scrittore William Wondriska. Nessuna paura del digitale, a patto che non sia solo trasposizione. E soprattutto: fedeltà all’approccio trasversale. Le Edizioni Corraini rimangono ancora oggi una fabbrica di contaminazione di linguaggi diversi, come si vede a Parma, dove la mostra ‘Sfogliare le stanze’ espone le grafiche e le pubblicazioni, il design e i libri per bambini, ma anche le installazioni e i laboratori con cui grandi e piccoli toccano con mano l’ardua fatica del lavoro editoriale artigianale. “Oggi tutti propongono iniziative per l’infanzia – spiega Marzia Corraini – ma Munari faceva laboratori 30 anni fa, quando nessuno ci pensava. I bambini sono artisti contemporanei istintivi, hanno un approccio libero verso il mondo, che poi viene represso nella crescita: tutti, diventando adulti, perdiamo spontaneità e libertà. Un buon rapporto con l’arte permette il recupero di uno spazio di autonomia interiore, di rispetto per le idee nuove. Per tutto ciò che è diverso e sfugge alla nostra immediata comprensione”.
Daniela Cavini